19.1.09
12.1.09
11.1.09
The Big Book of Biker flicks
John Wooley insieme a Michael H. Price è autore di “The big book of biker flicks” edito da Hawk Publishing. Giornalista, scrittore, conduttore di trasmissioni televisive è grande appassionato di cinema.
Cosa ti ha spinto a scrivere un libro sui biker movie ?
Essendo stato un bambino del periodo “baby boom” sono cresciuto guardando tantissimi film horror ed explotation, tra i quali non dimentichiamo ci sono moltissimi film italiani, come ad esempio quelli di Lucio Fulci oppure i gialli di Dario Argento. Come i film horror, i biker movie vennero considerati spazzatura dalla cinematografia ufficiale, questa cosa mi ha spinto ad appassionarmi ad essi. Ho finito con vederne moltissimi nei drive in ed ho cominciato a collezionare materiale che li riguardasse. Io e Mark Price, il coautore del libro, avevamo già lavorato assieme e dividevamo una rubrica sulla rivista dedicata all’ horror “Fangoria”. Dopo qualche anno di collaborazioni ci siamo ritrovati ed è stato naturale decidere di scrivere un’ opera sui film di motociclisti. In fondo gli stessi autori di film dell’ orrore si erano cimentati anche con i bikers.
Perché trattate solo film girati prima del 1972 ? Gli anni successivi ?
Il periodo d’oro del genere è stato dal 1966 al 1972, era un ambiente genuino, si giravano i film con attori come Dennis Hopper, Peter Fonda, Jack Nicholson e Bruce Dern che erano ancora sconosciuti. Dopo il 1972 Hollywood ha fiutato l’ affare, le produzioni sono diventate miliardarie e si è persa tutta la spontaneità che faceva di queste pellicole dei gioielli.
Il tuo film preferito ?
Li adoro tutti, certo se devo proprio scegliere direi “the losers”, dove la grande star di questo genere, William Smith interpreta la parte di un biker spedito dietro le linee nemiche per favorire la vittoria degli americani in Viet Nam. Incredibile. Amo anche le pellicole in cui vengono mescolati generi ed elementi diversi, parlo di quando entrano in scena i mostri, come nel caso di “Werewolves on wheels” oppure la comicità di “Pink Angels” dove i bikers sono tutti gay.
Film da guardare al cinema o nei drive in ?
Che domande, al drive in ! Le sensazioni sono completamente differenti, specialmente quando sei giovane. Il drive in è altra cosa rispetto ai cinema: sei in macchina coi tuoi amici, bevi birra, urli, fai casino, non sei vicino a nessuno che non conosci, non sei obbligato a fare silenzio. Qualcuno dice che l’ home video abbia sostituito i drive in, e per certi versi è vero, ma lasciamelo dire, non è certo la stessa cosa. Fortunatamente a Tulsa, in Oklaoma, a 50 miglia da casa mia ce n’è ancora uno perfettamente funzionante.
Come sono i tuoi rapporti con le bikers gang ed il mondo biker in generale ?
Ho conosciuto Sonny Barger. La prima volta gli ho parlato al telefono e malgrado la sua voce, Barger ha subito un intervento chiururgico alla gola, mi è sembrato subito amichevole. Successivamente l’ ho incontrato presso una concessionaria Harley con alcuni membri del chapter di Oakland. All’ epoca avevo scritto un lungo articolo sul libro di Sonny, ne abbiamo discusso e l’ impressione che ho avuto di loro è stata assolutamente positiva. Io non ho una motocicletta ma frequento parecchi biker ed ho condotto una trasmissione televisiva con Hank Rotten che è molto inserito nel mondo delle due ruote.
Cosa ti ha spinto a scrivere un libro sui biker movie ?
Essendo stato un bambino del periodo “baby boom” sono cresciuto guardando tantissimi film horror ed explotation, tra i quali non dimentichiamo ci sono moltissimi film italiani, come ad esempio quelli di Lucio Fulci oppure i gialli di Dario Argento. Come i film horror, i biker movie vennero considerati spazzatura dalla cinematografia ufficiale, questa cosa mi ha spinto ad appassionarmi ad essi. Ho finito con vederne moltissimi nei drive in ed ho cominciato a collezionare materiale che li riguardasse. Io e Mark Price, il coautore del libro, avevamo già lavorato assieme e dividevamo una rubrica sulla rivista dedicata all’ horror “Fangoria”. Dopo qualche anno di collaborazioni ci siamo ritrovati ed è stato naturale decidere di scrivere un’ opera sui film di motociclisti. In fondo gli stessi autori di film dell’ orrore si erano cimentati anche con i bikers.
Perché trattate solo film girati prima del 1972 ? Gli anni successivi ?
Il periodo d’oro del genere è stato dal 1966 al 1972, era un ambiente genuino, si giravano i film con attori come Dennis Hopper, Peter Fonda, Jack Nicholson e Bruce Dern che erano ancora sconosciuti. Dopo il 1972 Hollywood ha fiutato l’ affare, le produzioni sono diventate miliardarie e si è persa tutta la spontaneità che faceva di queste pellicole dei gioielli.
Il tuo film preferito ?
Li adoro tutti, certo se devo proprio scegliere direi “the losers”, dove la grande star di questo genere, William Smith interpreta la parte di un biker spedito dietro le linee nemiche per favorire la vittoria degli americani in Viet Nam. Incredibile. Amo anche le pellicole in cui vengono mescolati generi ed elementi diversi, parlo di quando entrano in scena i mostri, come nel caso di “Werewolves on wheels” oppure la comicità di “Pink Angels” dove i bikers sono tutti gay.
Film da guardare al cinema o nei drive in ?
Che domande, al drive in ! Le sensazioni sono completamente differenti, specialmente quando sei giovane. Il drive in è altra cosa rispetto ai cinema: sei in macchina coi tuoi amici, bevi birra, urli, fai casino, non sei vicino a nessuno che non conosci, non sei obbligato a fare silenzio. Qualcuno dice che l’ home video abbia sostituito i drive in, e per certi versi è vero, ma lasciamelo dire, non è certo la stessa cosa. Fortunatamente a Tulsa, in Oklaoma, a 50 miglia da casa mia ce n’è ancora uno perfettamente funzionante.
Come sono i tuoi rapporti con le bikers gang ed il mondo biker in generale ?
Ho conosciuto Sonny Barger. La prima volta gli ho parlato al telefono e malgrado la sua voce, Barger ha subito un intervento chiururgico alla gola, mi è sembrato subito amichevole. Successivamente l’ ho incontrato presso una concessionaria Harley con alcuni membri del chapter di Oakland. All’ epoca avevo scritto un lungo articolo sul libro di Sonny, ne abbiamo discusso e l’ impressione che ho avuto di loro è stata assolutamente positiva. Io non ho una motocicletta ma frequento parecchi biker ed ho condotto una trasmissione televisiva con Hank Rotten che è molto inserito nel mondo delle due ruote.
Iscriviti a:
Post (Atom)